A fine gennaio 2020, per poter impostare come proseguire nel corso di quest’anno pastorale l’intenso cammino sinodale che a partire dal 2018 aveva coinvolto i consiglieri dei tre CPP della nostra Collaborazione e i consiglieri della Collaborazione stessa, nonché un certo numero di operatori di pastorale delle nostre comunità, don Riccardo e don Marcello con queste parole si erano rivolti ai rispettivi Consigli Pastorali Parrocchiali: “Carissimi, si tratterà di entrare in una nuova logica e in un nuovo stile…”.
Ovviamente, la frase era in riferimento al “lavoro” pastorale che ci aspettava, ma – alla luce di quanto stiamo vivendo in questi mesi di pandemia – assume ora un significato quasi “profetico”, perché ciò che abbiamo davanti è un tempo davvero mai prima sperimentato da nessuno di noi.
Un tempo durante il quale a tutti, ma a maggior ragione a noi consiglieri pastorali, sarà davvero necessario – come i nostri parroci allora sottolineavano – “… discernere, anzitutto, cosa il Signore suggerisce alle nostre comunità attraverso lo Spirito Santo” e “agganciarci”, per poter fare questo, “alla Parola di Dio”, con il fine di “convertirci”.
Quel “convertirci” credo sia oggi più che mai da interpretare proprio come la spinta a trovare dentro ognuno di noi la volontà e la capacità di aprire cuore e mente ad orizzonti senza dubbio “diversi” da quelli, pur di cambiamento, nei quali la “scelta” fatta dalla nostra Collaborazione Pastorale: “Curare la conversione alla prossimità”, ci avrebbero tutti coinvolto.
Il 20 aprile, il 18 maggio, il 6 giugno erano le date decise per incontrarci – secondo varie modalità di partecipazione, che sarebbero arrivate fino ad una Assemblea Generale di Collaborazione aperta anche al contributo di quanti della comunità avrebbero voluto parteciparvi – così da poter maturare “insieme” quello stile di attenzione che ci poteva condurre, sempre alla luce del Vangelo, a desiderabili cambiamenti in ordine alla Prossimità.
In questi giorni ancora molto difficili e per certi versi come “sospesi” in un tempo dalle caratteristiche finora sconosciute, durante il quale proprio la “prossimità fisica” – a causa delle possibilità reali di contagio – ci viene ancora negata o comunque resa molto diversa da quella che era fino a tre mesi fa la “normalità”, stiamo paradossalmente sperimentando molte vie alternative, alcune promettenti, altre meno, per farci “prossimi” sia con chi ci è vicino, sia con chi non lo è.
Si potrebbe anche dire che Dio ci sta donando, attraverso vie certamente misteriose, il dono di una creatività nella prossimità e fraternità che varrebbe la pena coltivare, provando per esempio a ragionare per “fasi” (… termine questo molto utilizzato negli ultimi tempi), per non doverci trovare – quando sarà il momento – nella situazione di pensare ed agire di fretta o, peggio, improvvisando.
Sandra Gambaro Biancon, segretaria CPP
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Last Updated: 15 Maggio 2020 by Sandra Gambaro Biancon
Consiglio Pastorale Parrocchiale: come trasformare un inatteso tempo di “attesa” in tempo per preparare cuore e mente a orizzonti sicuramente diversi
A fine gennaio 2020, per poter impostare come proseguire nel corso di quest’anno pastorale l’intenso cammino sinodale che a partire dal 2018 aveva coinvolto i consiglieri dei tre CPP della nostra Collaborazione e i consiglieri della Collaborazione stessa, nonché un certo numero di operatori di pastorale delle nostre comunità, don Riccardo e don Marcello con queste parole si erano rivolti ai rispettivi Consigli Pastorali Parrocchiali: “Carissimi, si tratterà di entrare in una nuova logica e in un nuovo stile…”.
Ovviamente, la frase era in riferimento al “lavoro” pastorale che ci aspettava, ma – alla luce di quanto stiamo vivendo in questi mesi di pandemia – assume ora un significato quasi “profetico”, perché ciò che abbiamo davanti è un tempo davvero mai prima sperimentato da nessuno di noi.
Un tempo durante il quale a tutti, ma a maggior ragione a noi consiglieri pastorali, sarà davvero necessario – come i nostri parroci allora sottolineavano – “… discernere, anzitutto, cosa il Signore suggerisce alle nostre comunità attraverso lo Spirito Santo” e “agganciarci”, per poter fare questo, “alla Parola di Dio”, con il fine di “convertirci”.
Quel “convertirci” credo sia oggi più che mai da interpretare proprio come la spinta a trovare dentro ognuno di noi la volontà e la capacità di aprire cuore e mente ad orizzonti senza dubbio “diversi” da quelli, pur di cambiamento, nei quali la “scelta” fatta dalla nostra Collaborazione Pastorale: “Curare la conversione alla prossimità”, ci avrebbero tutti coinvolto.
Il 20 aprile, il 18 maggio, il 6 giugno erano le date decise per incontrarci – secondo varie modalità di partecipazione, che sarebbero arrivate fino ad una Assemblea Generale di Collaborazione aperta anche al contributo di quanti della comunità avrebbero voluto parteciparvi – così da poter maturare “insieme” quello stile di attenzione che ci poteva condurre, sempre alla luce del Vangelo, a desiderabili cambiamenti in ordine alla Prossimità.
In questi giorni ancora molto difficili e per certi versi come “sospesi” in un tempo dalle caratteristiche finora sconosciute, durante il quale proprio la “prossimità fisica” – a causa delle possibilità reali di contagio – ci viene ancora negata o comunque resa molto diversa da quella che era fino a tre mesi fa la “normalità”, stiamo paradossalmente sperimentando molte vie alternative, alcune promettenti, altre meno, per farci “prossimi” sia con chi ci è vicino, sia con chi non lo è.
Si potrebbe anche dire che Dio ci sta donando, attraverso vie certamente misteriose, il dono di una creatività nella prossimità e fraternità che varrebbe la pena coltivare, provando per esempio a ragionare per “fasi” (… termine questo molto utilizzato negli ultimi tempi), per non doverci trovare – quando sarà il momento – nella situazione di pensare ed agire di fretta o, peggio, improvvisando.
Sandra Gambaro Biancon, segretaria CPP
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