Questa è la sezione di Catechesi.
CRESIMA POSTICIPATA E LA FEDE NEL PERIODO DI CORONAVIRUS: SENTIMENTI DEI GENITORI E DEI RAGAZZI DI PRIMA MEDIA
Era tutto pronto, o quasi. I ragazzi erano riusciti a capire, o per lo meno ad intuire, l’importanza del Sacramento che stavano per ricevere, anche perché per mezzo di alcuni incontri di tipo esperienziale avevano potuto in certo qual modo “toccare” lo Spirito Santo attraverso i segni del vento, del fuoco e della colomba… Metà del gruppo dei cresimandi aveva già fatto i colloqui con don Andrea e noi catechiste, con i sacerdoti, avevamo preparato tutto per i Ritiri e la Veglia. Oramai mancava davvero poco e invece ci siamo trovati, all’improvviso, a dover rimanere tutti a casa! All’inizio i sentimenti di disorientamento, di incredulità, anche di rabbia, hanno avuto il sopravvento. Non sono mancate domande sul perché di tutto questo, o su quanto avremmo potuto fare o su come avremmo potuto agire per limitare le conseguenze del virus ed anche sul perché tutto questo sia successo prima della celebrazione della Santa Cresima. Pur essendo tutti noi: adulti e ragazzi, forse troppo “piccoli nella fede” per trovare delle risposte adeguate, in questi mesi abbiamo tuttavia scoperto o riscoperto la figura di Gesù come amico, rivolgendoci a Lui con la preghiera o con semplici “dialoghi” e chiedendo proprio allo Spirito Santo la forza di reagire. Nei numerosi momenti di riflessione nati proprio dallo staccarci per necessità dalla frenesia della precedente quotidianità, abbiamo capito che questo periodo poteva … doveva, servire per aiutarci a far crescere la nostra fede, farci diventare più forti ed aiutare così anche i ragazzi a maturare nel loro desiderio di ricevere la Cresima proprio quale “sacramento”, senza mai sentirsi soli in questo difficile tratto di cammino, ma accompagnati per mano da Gesù anche attraverso noi catechiste. Ecco le testimonianze di una cresimanda e di alcuni genitori :
Avrei dovuto celebrare la mia Cresima questa primavera. Ero emozionata ed impaziente perché sarebbe stato un traguardo importante, un grande passo spirituale che avrei compiuto, una esperienza che mi avrebbe segnata. Per questo ero felicissima, perché sapevo che questo sacramento avrebbe rafforzato ancora di più la mia fede, ma a causa del tremendo virus che ci ha costretti alla quarantena, la mia Cresima è stata rimandata… Quando me l’hanno riferito ero tristissima, perché tenevo molto a quel giorno, a quel momento che avrei per sempre custodito e ricordato, Ma non ho mai perso la speranza di poterlo ricevere il prima possibile. Quindi tutt’ora attendo quel giorno in cui potrò provare l’emozione unica e mai provata di questo prezioso sacramento. (UNA CRESIMANDA)
I giorni di quarantena sono stati dei giorni davvero particolari; la vita di tutti – e proprio di tutti – improvvisamente è stata sconvolta. Programmi, scadenze, abitudini: tutto saltato! Non si possono incontrare né parenti né amici, non c’è più neppure la scuola. Salta anche la Cresima! Anche per i ragazzi è stato un momento assurdo, difficile da comprendere e che ha generato inizialmente sconcerto, poi rabbia, poi rassegnazione. Questo periodo credo abbia fatto capire a tutti, anche ai ragazzi, che non dobbiamo dare nulla per scontato. Credo inoltre ci siamo tutti resi conto di quanto sia importante nella nostra vita “l’incontro” con gli altri. La Pasqua in famiglia è stata bella … ma si è sentita la mancanza della “famiglia di famiglie” che è la Chiesa. Nonostante sia stato e sia ancora un momento difficile, credo che Dio ci abbia “costretto” a fermarci, tutti, per guardare la nostra vita e capire che cosa conta davvero: prima di tutto vengono le persone, il resto viene dopo! Anche per i ragazzi credo sia stata l’occasione per capire che contano i rapporti e quanto di bene possiamo costruire in essi. Forse non ci poteva essere lezione migliore in vista della Cresima (UNA MAMMA)
Ho proposto a mio figlio di scrivere qualcosa a proposito dell’impossibilità, per ora, di celebrare la Cresima, ma sinceramente non c’è stato molto entusiasmo da parte sua nel volerlo fare… Credo non abbia più voglia di riflettere e ragionare sul Covid e su ciò che ha vissuto. Ne hanno parlato tanto (fortunatamente!) nei meet pomeridiani organizzati dai professori ed è stato utile, ma ora non esce altro! C’è voglia di andare avanti! E così riassumo anche il mio pensiero: vogliamo andare avanti come famiglia facendo leva su ciò che di buono ci ha lasciato questa pandemia. Per la prima volta ci siamo trovati chiusi in casa tutti e quattro assieme per due mesi. Abbiamo scoperto cosa significa rispettare gli spazi degli altri, quanto è utile arrivare a dei compromessi, quanto è bello parlarsi mettendosi seduti e guardandosi negli occhi, anziché scambiarsi quattro parole tra una stanza e l’altra nella frenesia di tutti i giorni. Abbiamo scoperto che è importante rispettare il silenzio ed il momento in cui un membro della famiglia ha bisogno di stare un po’ per conto suo. Abbiamo affidato al Signore le nostre giornate recitando assieme le preghiere prima di dormire (e alle 15 ogni pomeriggio…come suggerito dalla nostra catechista…abbiamo fermato tutto e detto: Gesù io confido in te!… prima però abbiamo cercato nel vocabolario cosa significa confidare!!!). Ci sono mancati i nonni…volevamo abbracciarli…ci siamo resi conto che nella vita di tutti i giorni…tutto sommato…potevamo abbracciarli di più!!! E gli amici… ci sono mancati tanto… Allora: adesso meno televisione e più giochi all’aria aperta! Vediamo se riusciamo a trasformare questo triste periodo in una leva per diventare persone migliori (UNA MAMMA)
Sono la mamma di due bambine di 12 e 9 anni. Quest’anno ci stavamo preparando per due tappe importanti: la Cresima della più grande e la Prima Comunione della più piccolina, con tanta fede e tutto l’amore che il Signore ci dona ogni giorno. Poi è arrivato il Covid 19 a fermare il nostro percorso, a fermare la scuola, il lavoro e le nostre vite. Anzi, togliendo la vita a tante persone, senza avere la possibilità di stare fino all’ultimo con le loro famiglie. Io ho vissuto in famiglia tre casi di Covid, tra cui quelli di una persona a me cara che ha avuto bisogno di andare in ospedale e pur dispiacendomi per tutte le persone che non ce l’hanno fatta, fortunatamente per noi è andato tutto bene. Non so infatti se sarei riuscita a superare un altro lutto in famiglia dopo la perdita di mio papà. Questo periodo che abbiamo passato e che stiamo passando mi ha aiutato molto a riscoprire le piccole cose, a continuare ad avere fede sempre e mi ha dato la possibilità di stare più tempo con la mia famiglia. Ora c’è la speranza che si possa ritornare alla normalità e attendo con gioia il momento che verrà per poter riprendere il nostro cammino con il Signore. Spero sia al più presto, dal momento che tutto è stato solo rimandato. (UNA MAMMA)
Dopo aver riflettuto insieme a nostro figlio, il nostro pensiero ricade sulla forza e sulla speranza donata da voi tutti in questo periodo difficile: non ci si è mai sentiti soli ed abbandonati nella fede. Vi ringraziamo di cuore! (UNA MAMMA E UN PAPA’)