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Fornase

Storia

Alla parrocchia dei Santi Vito , Modesto e Compagni Martiri è affidata la cura d’anime del popoloso quartiere di Fornase, dove nel 1947 fu costruita la chiesa dedicata alla Beata Vergine del Carmine (dove si trova oggi il monumento al Granatiere).

Fortemente voluta dal parroco dell’epoca Don Primo Barbazza, la chiesetta in seguito verrà demolita a causa di abbandono e degrado per far sorgere la nuova chiesa dedicata alla Sacra famiglia di Nazareth per volere del suo successore Don Enrico Cagnin nel 1987 e conclusa da Don Tarcisio Milani nel 1989.

Costruzione

Progettata dall’architetto Umberto Cociolla, fu iniziata nel 1987 con la posa della prima pietra benedetta da papa Giovanni Paolo II durante la sua visita pastorale a Treviso del 16 giugno 1985.

La chiesa, assieme al centro parrocchiale, a piazza Granatieri di Sardegna e al verde circostante, si situa nell’area centrale della Frazione di Fornase. L’edificio, orientato in direzione nord-sud, presenta la zona absidale a nord e l’ingresso principale a sud, al quale si accede tramite una rampa dal sagrato.

È una costruzione con pianta a croce greca resa da un quadrato scavato ai vertici da quattro quadrati minori. L’aula, che occupa l’interno del braccio centrale, si ispira all’architettura del bouleuterion (in greco βουλευτήριον era un edificio che ospitava il consiglio (boulé) della polis nell’antica Grecia. Si sono conservati diversi resti di questi edifici nelle antiche città della Grecia o nelle colonie greche): i banchi sono disposti su gradoni, collegati tra loro da rampe, e orientati verso il presbiterio. Quest’ultimo è sovrastato dal tiburio (elemento architettonico che racchiude al suo interno una cupola proteggendola) a piramide quadrata, sul quale converge la copertura a salienti.

La costruzione è arricchita da un crocifisso bronzeo dello scultore veneziano Gianni Aricò, al di sopra del quali non si può non notare il bel dipinto raffigurante la Sacra Famiglia di Bruno Garlandi, noto artista spinetense.

Curiosità

Sotto il pavimento dell’altare si trova un urna voluta dai residenti, che custodisce il verbale di assegnazione del nome della chiesa e quanti hanno affiancato l’organizzazione per il completamento della stessa.

Parte di uno dei documenti originali

Le 15 stazioni della Via Crucis sono anch’esse opera del maestro Bruno Garlandi. Vennero commissionate dall’allora parroco Don Tarcisio Milani e dal suo cappellano Giampaolo Dossin per conto della parrocchia di SS. Vito e Modesto e collocate lungo le pareti della chiesa. Le 15 opere sono su base di legno preparato col gesso, la pittura è a olio , con foglie d’oro e argento, segni distintivi dell’artista.

Vi sono due particolarità principali: la 5° stazione con il cireneo che porta la croce raffigura il cappellano Giampaolo Dossin e la 15° stazione raffigurante la gloria del padre.

La pala che sovrasta l’altare con la Sacra famiglia di Nazareth rappresenta una reale scena di vita famigliare. La figura di Maria avendo “accolto nel cuore e nel corpo il verbo di Dio” diviene madre della chiesa, viene rappresentata ed esaltata in oro mentre prende per mano Gesù a rappresentare il legame indissolubile.

La figura di Giuseppe con lo sguardo rivolto verso l’alto, sta a significare la completa collaborazione con Dio al bene della creazione, uomo giusto che vede con gli occhi di Dio.

L’intera famiglia poggia su una battigia di reti e pesci , la rete sta a rappresentare l’opera della chiesa e i pesci coloro che vi entrano al suo interno.

Sopra alla porta dell’ingresso principale è posta una targa commemorativa in marmo che omaggia Don Enrico Cagnin che fortemente volle l’edificazione della moderna chiesa odierna che noi tutti conosciamo.

La piazza Granatieri di Sardegna, dedicata al medesimo squadrone, viene celebrata durante la prima messa di maggio a cui partecipa l’intero corpo della sezione di Spinea in concomitanza con la fiera dedicata a S.Giuseppe lavoratore portata avanti dall’associazione Fornase Insieme.

La celebrazione termina poi con una breve parata che si conclude sotto al monumento dei caduti con l’alza bandiera al suono del silenzio con la tromba.

FONTI: “Le chiese Italiane della Diocesi”, “Percorsi d’arte nelle chiese di Spinea”, Wikipedia, “Sei di Spinea se…” (Facebook), Comune di Spinea, Documenti storici raccolti dal libretto prodotto dall’associazione “Fornase Insieme